Novembre, mese centrale dell'autunno, comincia sotto l'egida dello Scorpione, segno fisso d'acqua che rappresenta il grande principio della trasformazione. Non siamo ancora entrati nel freddo pieno, ma le temperature più basse e le giornate più corte permettono la decomposizione, funzione fondamentale in natura. Le foglie cadono sulla terra, marciscono e diventano concime per i semi piantati che riposeranno sotto terra fino a primavera.
Lo Scorpione è il reggitore della casa astrologica numero 8, che rappresenta la separazione, il distacco, il lasciar andare ai fini della crescita individuale, della rivoluzione interiore, la morte e la capacità di rinascere, così come la natura d'autunno ci insegna. Una morte che è in realtà una trasformazione, perché la vita prosegue a livelli più profondi e sottili.
Governatori di questo segno sono: Plutone, assimilato alla figura di Ade, dio dei morti e Marte, dio della guerra; guerra da intendere come energia attivo/propulsiva, propria del percorso evolutivo dell'uomo dal finito all'infinito, dalla materia all'anima.
Lo scorpione è un animale che fugge la luce, ricerca nascondigli e anfratti inaccessibili, vive una vita nascosta e aggressiva, che si esprime con l'attacco improvviso a una preda o con una difesa violenta. Davanti al pericolo estremo, questo animale è capace di procurarsi spontaneamente la morte pungendosi col suo aculeo velenoso.
Scrive André Barbault nel suo Dictionnaire des Symboles : " Questo segno zodiacale si comprende soltanto in una dialettica che esprime una formidabile ambivalenza tra vita e morte. L'accento è messo subito sui valori neri: la sofferenza, il male, il dramma, l'abisso, l'assurdo, il niente, la morte. A esso si associano, però, tutti i valori della rinascita. Dissolvente e disintegrante, lo Scorpione rende tutto friabile, cadente; rende vecchio e putrescente ciò che è nato e opera la trasmutazione alchemica dei valori materiali e dei valori spirituali."
Un mito antichissimo collegato al significato simbolico dello Scorpione è quello di Benu.
Benu è una divinità dell'antico Egitto, un uccello mitologico consacrato al dio Ra, simbolo della nascita e della resurrezione dopo la morte, quindi, dell'eternità della vita.
Il nome Benu deriva probabilmente dal verbo egizio wbn, che significa: sorgere, brillare; infatti nelle raffigurazioni trovate nel Libro dei morti e in alcune pitture parietali, esso risorge dalle acque.
Presso i greci, Benu divenne Phoinix (Phoenix in latino), la Fenice, favoloso uccello sacro dal piumaggio oro e porpora.
Secondo quanto narrato da Erodoto, raggiunti i 500 anni e prossimo alla morte, l'uccello di fuoco si ritirava in un luogo appartato e con le piante balsamiche più pregiate, intrecciava un nido a forma di uovo in cima ad una palma o ad una quercia. Qui si adagiava, attendendo che i raggi del sole appiccassero un incendio dal sublime profumo, per poi lasciarsi consumare dalle fiamme. Dal cumulo di ceneri sorgeva in seguito una larva, o un uovo, che nell'arco di tre giorni cresceva grazie ai raggi del sole, trasformandosi nella nuova Fenice.
"Post fata resurgo" (dopo la morte risorgo), è il motto della Fenice.
Il mese di novembre porta le energie del numero 9 secondo il calendario romano, numero di fini e di nuovi inizi, assunto che implica la necessità di lasciar morire qualcosa affinché il nuovo possa farsi largo.
Nel nostro calendario novembre è un mese 11.
L'11 fa parte dei cosiddetti numeri maestri o specchio, cioè di quei numeri che presentano lo stesso numero che si specchia in se stesso. Nel caso dell'11 troviamo due 1, due volontà a confronto, che nella sfida si scontrano e nel talento si incontrano.
Quella dell'11 è una energia che nel suo talento ci offre la possibilità di smettere di perpetuare il conflitto interiore tra quelle parti di noi che esprimono volontà diverse. Ovviamente, dobbiamo assumerci la responsabilità di osservarci con sincerità e di accettarci per quello che siamo.
Tentando di rinnegare quella parte di noi che vorremmo non esistesse, non faremmo altro che darle più forza. Accogliamola invece, con amorevolezza e integriamola.
L'affermazione di questo numero è : " I am that I am", io sono quello che sono.
Non sono perfetto come vorrei, mi amo comunque e mi metto a lavoro per migliorarmi.
Il numero 11 è chiamato il Profeta, perché ha la possibilità di diventare un canale tra la mente inferiore/umana e la mente superiore/divina, donando: intuizione, chiaroveggenza e allineamento mentale.
Novembre 2022 vibra con le energie dei numeri 17/8; 35/8; 53/8.
Sicuramente il numero 8, che abbiamo già visto essere il numero della casa di reggenza dello Scorpione,
assume un ruolo fondamentale in questo mese.
In numerologia l'8 è chiamato il Signore del Karma ed è associato a Saturno e a Shiva; rappresenta : la distruzione e la ricostruzione; il riallineamento; il ciclo vita-morte-rinascita.
E' molto probabile che durante questo mese qualcosa sia in procinto di giungere alla sua fine, che potremmo dover affrontare delle perdite, che qualcosa abbia bisogno di essere rivisitata e rivalutata.
Questi passaggi non sono facili, anche perché il numero 8 non ama i cambiamenti, ma dobbiamo ricordare che se qualcosa ci viene tolta è solo perché non è più funzionale nella nostra vita, è solo un peso che rallenta e affatica il nostro procedere.
L'energia che in questo mese si manifesta nella nostra vita quotidiana è quella del numero 17, che ci invita a ricercare e a trovare la verità; mentre l'energia karmica è quella del 53, che ci sprona ad abbandonare la lotta contro noi stessi e contro la vita e a cercare e trovare la nostra verità interiore.
L'energia spirituale è quella del 35, che supporta la comunicazione tra la mente superiore e quella inferiore, per trovare una chiara comunicazione con se stessi che aiuti nello sviluppo dell' espressione di sé.
Tutti questi numeri completano ed esaltano le vibrazioni del numero 11 analizzato prima: io sono quello sono e con volontà e determinazione, abbandono la lotta, lascio che il vecchio muoia e fluisco verso la mia verità che è la mia guida.
Senza paura, lasciamoci inebriare dal profumo della nostra trasformazione e rinasciamo.
"In verità, in verità io vi dico:
se il chicco di grano,
caduto in terra non muore,
rimane solo;
se invece muore,
produce molto frutto"
GIOVANNI 12, 24-26
Commenti
Posta un commento